sabato 21 luglio 2007

Amsterdam

Giovedì sera.

Quando scendi dal treno nella stazione di una città sconosciuta, la città incuriosita si avvicina, ti guarda, allunga un dito e ti tocca una spalla. Quei primi minuti sulla banchina, nei sottopassaggi illuminati a giorno, con centinaia di persone che ti scivolano intorno, ti senti un sasso in un ruscello di montagna. Allora ti abbandoni alla corrente, cerchi di seguire le indicazioni luminose e infine sbuchi sul piazzale della stazione e ti guardi intorno. Cerchi di farti un'idea: sarà avventura o insofferenza?
Il tram mi lascia su Plantage Middenlaan, a pochi passi dal mio hotel, una tipica casa olandese alta e stretta. Ho prenotato un albergo relativamente economico: la mia stanza è al terzo piano senza ascensore, pulita, comoda. Il bagno è esterno ma privato. Mi va bene.



Esco a cenare, voglio andare al Coffe&Jazz su Leidsegraght, un locale consigliato dalla Lonely Planet. Piove. Con l'ombrello in mano è difficile seguire la cartina. Mi perdo un paio di volte dalle parti del Waterlooplein. Forse conveniva prendere il tram. Raggiungo il locale che ho le scarpe zuppe. Per fortuna il locale e' molto accogliente: c'è un'unica fila di tavolini (cinque o sei al massimo), pochi avventori, atmosfera rilassata, bella musica. Il gestore, decisamente fumato, mi dà consigli sulla cena. Guarda dentro di te, mi dice, preferisci pesce? O carne? Pesce o carne, carne o pesce? Carne, gli dico. Va bene, dice lui, ora pensa al tipo di carne che vuoi, manzo o pollo? Pollo o manzo? Pollo, gli dico, pollo va bene. È andata, con meno di 15 euro mangio un ottimo pollo al curry alla tailandese con riso e salsa alle arachidi.

Venerdì

Piove. Approfitto per visitare i due musei principali: il Rijksmuseum e il Van Gogh Museum. Da vedere. Il secondo soprattutto. La vita, i periodi, le opere, la storia di Van Gogh, non sapevo molto di tutto questo. Il rapporto col fratello, i posti dove ha abitato. L'interesse per le stampe giapponesi. Sono contento di essere venuto qui.

Non piove più: posso girare la città. Bella bella bella. Una vecchia signora dai capelli d'argento con uno scialle elegante ma consumato sulle spalle. Mi tengo lontano dalla Spuistraat, piena di gente, di voci, di apparenze. Visito Joordan e la parte est. Si sta bene. In un negozio compro sushi e tramezzini. Si fa sera. C'e' un tramonto stupendo, da rimanere a bocca aperta. Faccio foto come un dannato tentando di catturare il momento, la luce. Una signora mi si avvicina: Bello eh? dice. Bello davvero, le rispondo. E restiamo lì a goderci il momento, sul ponte, sul canale.



Sabato

Il giorno dopo lo dedico interamente a visitare la città. A mezzogiorno finisco nel mercato di Noordermarkt, a Joordan, dove pranzo con aringhe crude e cipolle. Deliziose! Si sta bene lontano dai flussi turistici, puoi sederti su una panchina e contemplare la vita che scorre, le barchette sui canali, gli olandesi in bicicletta. La sera è il momento che mi piace di più: ci sono bambini che giocano per strada, la gente esce di casa e si siede sugli scalini a bere un bicchiere di vino bianco, ci si rilassa, si sorride. Vorrei far parte di quel mondo.



La notte cala tardissimo su Reguliersgracht, ma l'attesa non e' vana. Lo spettacolo dei ponti illuminati sui canali è impagabile. Mi intristisco un po', torno in albergo.



Domenica

Il treno mi porta all'aeroporto in meno di venti minuti, dal finestrino vedo scorrere i canali e i campi verdi. Sto per ripartire. Sto tornando a casa.

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