totally made my day
from: Idiotcomics
“Ecco Hal Incandenza, diciassette anni, farsi di nascosto con il suo piccolo cilum di ottone nella Sala Pompe sotterranea dell'Enfield Tennis Academy, ed espirare fumo pallido in un aspiratore industriale.”
già mi vedo tutti accalcati sull'ultimo lembo di terra al polo nord col ghiaccio che si scioglie inesorabile e noi tutti stretti che aspettiamo rassegnati il crack definitivo l'onda anomala un'orca assassina o quello che è, e diciamo gli uni agli altri "è finita" oppure "ti ho mai detto che..." oppure "ci vediamo dall'altra parte" e le ondine cominciano a bagnarci i piedi, i piedi di noi rimasti sull'isolotto al polo nord, e ricominciamo a dirci "ci siamo" e "hai degli occhi bellissimi" e "mi dispiace che sia andata a finire così" e il nonno prende la nipotina sulle spalle ma l'acqua arriva alle ginocchia e altri si gettano urlando in acqua e l'acqua ci arriva al mento e allunghiamo il collo per respirare e ci diciamo: "l'ironia della sorte" e l'acqua ormai ci ha sommersi tutti e gonfiamo le guance per resistere fino all'ultimo e da lontano le orche si avvicinano.
Pubblicato da ste alle 22:56 0 commenti
Un post-modernista, un surrealista e un semi-surrealista colto metropolitano si incontrano al bar.
"Mario," dice il post-modernista al barista, "spritz per tutti".
"Per me senza giraffa," dice il surrealista.
"Giraffa?" dice il semi-surrealista colto metropolitano, preoccupato, "la gran parte delle giraffe è scappata anni fa, a meno che tu sappia qualcosa che noi non sappiamo."
Il surrealista, spaventato, sviluppa bolle enormi su tutto il corpo, che lo deformano in modo aberrante.
Il semi-surrealista colto metropolitano anche, ma le sue bolle sono più piccole.
Il post-modernista no. Il post-modernista se ne sta a guardare la scena sorseggiando il suo spritz. "Robba forte," dice.
Pubblicato da ste alle 22:47 0 commenti
Di nuovo sì, di nuovo, voglio andare via. Basta. Ricominciare. Riempirò la mia bisaccia di ricordi sbiaditi e mi incamminerò lungo la strada, verso l'orizzonte.
Pubblicato da ste alle 10:44 5 commenti
Alla stazione Termini, una signora mi si avvicina, il viso di chi non sa proprio districarsi tra i mille annunci, le mille lucette, i mille binari.
“Sei italiano tu?” mi chiede speranzosa
“Sì”, sì povera signora chiedimi pure dove andare e io ti aiuterò.
“Sei bello”
“...”
“Sei bello come nelle riviste, come un fotomodello”
“mmh...”
“Non è che mi potresti aiutare, qualche spicciolo ché son due giorni che non mangio, sei proprio bello, bello come il sole!”
Le ho lasciato 20 euro.
Pubblicato da ste alle 08:32 0 commenti
Ah, la poesia dei ritorni a casa la sera, la gioia agrodolce dell'attesa dell'autobus, gli scambi di sguardi furtivi con altri simili pellegrini urbani, l'aspetto della vita in città che forse mi piace di più.
Pubblicato da ste alle 12:16 0 commenti
Sarei voluto andare a vivere per un po' con i nomadi del deserto. Una delle mie fantasie ricorrenti. Il silenzio, la contemplazione, la decontestualizzazione, quelle cose lì.
Non ho potuto farlo questa volta. In compenso ho scattato un po' di foto che ho fatto invecchiare precocemente. Perché?
Pubblicato da ste alle 13:53 2 commenti